PREMIALITA’ DI FINE ANNO: RIMBORSO BOLLETTE, INTERESSI PASSIVI E CANONI LOCAZIONE PRIMA CASA – PROCEDURA E INFORMATIVA PER AZIENDE / IL WELFARE

In relazione all’uso di erogare in varie forme premi a fine anno, anche in corrispondenza della tredicesima, riportiamo di seguito la circolare già inviata a giugno 2024, con relativa documentazione, con la sotto riportata premessa.

  • Tutti i premi “In denaro” sono soggetti a imposte e contributi, per cui, a fronte di un premio lordo di 1000, il lavoratore ha trattenute INPS nella misura prevista (attualmente, in base agli sconti, tra il 2% e il 10%) e su ciò che residua paga l’IRPEF con l’aliquota marginale – 23% fino a 28000 mila, 35% fino a 50.000, 43% oltre) e addizionali (circa 2%); l’azienda paga la contribuzione a suo carico normalmente di circa 30% (per cui il netto del premio può essere anche la metà del costo dell’operazione)
  • Solo per i premi derivanti da contrattazione aziendale sulla base di parametri di variabilità (utile, fatturato ecc.) e stipulati prima dell’inizio del periodo di osservazione (nel 2022 per il 2023 ecc.) e depositati preventivamente al Ministero, l’aliquota IRPEF è al 5%, e con un limite di 3000 euro (ferma restando la contribuzione a carico ditta)
  • Per l’anno 2024 (e in previsione anche per i prossimi anni) la normativa permette l’erogazione totalmente esente da imposte e contributi di alcune forme di rimborsi o beni in natura (fringe benefit) come più avanti esposto
  • Si ricorda inoltre il tema del “welfare aziendale”, che permette l’erogazione di determinati beni, servizi o rimborsi, in presenza di un regolamento che coinvolga tutti i lavoratori o specifiche categorie di essi. Sul tema, a titolo esemplificativo, alleghiamo l’estratto del CCNL metalmeccanici che elenca i beni, servizi e rimborsi possibili. Per la messa in atto del welfare aziendale può essere opportuno rivolgersi alle società specializzate presenti sul mercato (che provvedono all’acquisto dei beni e servizi per conto dell’azienda).

Riproponiamo quindi la circolare dello Studio, e relativa documentazione allegata sul tema specifico:  RIMBORSO BOLLETTE, INTERESSI PASSIVI E CANONI LOCAZIONE PRIMA CASA – PROCEDURA E INFORMATIVA PER LE AZIENDE

 
All’attenzione dei datori di lavoro.
Di seguito un riepilogo su

  • I fringe benefit in generale con i nuovi limiti di esenzione 2024 (1000 euro annui, 2000 euro per chi ha figli a carico)
  • I rimborsi utenze e spese affitti e interessi passivi per il 2024

Cosa sono i fringe benefit
I fringe benefit – o anche “beni in natura” – sono beni o servizi che il datore di lavoro consegna o fornisce ai lavoratori in aggiunta alla normale retribuzione.
Possono essere di molti tipi, spesso si tratta di buoni acquisto, automobili aziendali ad uso anche personale, prestiti a tasso agevolato e simili.
Normalmente non sono obbligatori: è il datore di lavoro a decidere se aggiungerli al trattamento retributivo del dipendente. Può anche farlo “ad personam”, concedendoli solo ad alcuni lavoratori e non a tutti. Qualche eccezione è prevista da alcuni CCNL (per esempio nel settore Metalmeccanico dell’Industria o della Piccola Industria) in cui vige l’obbligo di adottare misure di welfare aziendale, spesso attuate mediante l’assegnazione di fringe benefit.
La legge (art. 51 del TUIR, Testo Unico delle Imposte sui Redditi, D.P.R. 917/1986) prevedeva che la somma di tutti questi beni o servizi non fosse tassata se con valore inferiore ai 258,23 euro complessivi in ciascun anno fiscale (dal 1° gennaio al 31 dicembre di ciascun anno).
Questo significa che dare meno di 258,23 euro di fringe benefit costa all’impresa esattamente 258,23 euro e il netto che prende il dipendente non è intaccato.
Quando però si supera questa soglia tutto l’importo dei fringe benefit va assoggettato a imposte e contributi, aumentando così il costo per l’azienda (circa il 30% in più dell’importo dei fringe benefit) e diminuendo il netto per il lavoratore.
Negli ultimi anni il Legislatore ha alzato la soglia di esenzione fiscale e previdenziale dei fringe benefit. Per l’anno fiscale 2023 l’aveva portata a 3.000 euro solo per chi ha dei figli a carico.
Nell’anno 2024 il limite è stato portato da 258,23 euro a 1000 euro per tutti, a 2000 euro per chi ha figli a carico

 
Chi sono i lavoratori che hanno figli a carico e quindi possono beneficiare dell’esenzione fino a 2.000 euro per i fringe benefit
Possono beneficiare della soglia di esenzione massima a 2.000 euro per i fringe benefit solamente i lavoratori che abbiano figli, compresi quelli nati fuori dal matrimonio e riconosciuti, quelli adottivi e affidati. Perché siano considerati a carico è necessario che i figli non siano titolari di redditi superiori a:

  • Euro 4.000,00 se il figlio è di età fino ai 24 anni;
  • Euro 2.840,51 se il figlio ha più di 24 anni.

Gli importi di cui sopra vanno intesi come comprensivi di tutto il reddito del figlio nell’anno 2024, sommando quanto ha già percepito dal 1° gennaio 2024 a quanto si stima che percepirà fino al 31 dicembre 2024.
Se il figlio dovesse superare tali soglie di reddito entro il 31 dicembre 2024, è necessario comunicarlo immediatamente al datore di lavoro che provvede al recupero del beneficio già applicato in busta paga, al più tardi nelle operazioni di conguaglio fiscale (busta paga di dicembre 2024). In mancanza di questa comunicazione il lavoratore subirà il recupero contestualmente alla dichiarazione fiscale dell’anno 2025 (modello 730/2025 o Modello Unico 20245.
Il figlio si considera di norma a carico di entrambi i genitori, a meno che:

  • Uno dei due genitori sia a carico dell’altro, in quanto percepisce un reddito inferiore a 2.840,51 nell’anno fiscale e sono coniugati e non legalmente separati.
  • Uno solo dei due genitori è affidatario del figlio (non vi è cioè affidamento congiunto o condiviso dello stesso).

L’intera soglia massima di esenzione a 2.000 euro spetta a ciascun genitore:

  • Indipendentemente dal numero dei figli;
  • Anche se fruisce l’Assegno Unico Universale dall’INPS e non la detrazione per figli a carico ex art. 12 TUIR;
  • Indipendentemente da come è ripartita la detrazione per figli a carico (50%-50% a testa; 100% a uno).
  • Anche se non è dipendente ma collaboratore, tirocinante o amministratore con compenso tramite prospetto paga (il beneficio spetta a tutti i percettori di “redditi assimilati a lavoro dipendente”).
  • Solo se consegna la dichiarazione allegata entro le operazioni di conguaglio fiscale per l’anno 2023 (al massimo a dicembre 2023).

Modalità di applicazione
Per poter riconoscere la soglia di esenzione a 2.000 euro è necessario acquisire e conservare una dichiarazione dai lavoratori interessati. Questa dichiarazione non ha una forma prefissata, ma dovrà contenere i dati del figlio a carico.
In allegato trovate il fac simile di dichiarazione da far sottoscrivere ai lavoratori, contenente anche l’informativa sulle condizioni di spettanza del beneficio.

Ulteriori condizioni per la concessione del beneficio: comunicazione alle rappresentanze sindacali in azienda se presenti
Quando in azienda sono presenti rappresentanze sindacali (RSA o RSU) per poter concedere il beneficio dell’esenzione fiscale dei fringe benefit ai propri lavoratori è necessario dare comunicazione alle rappresentanze stesse.
La comunicazione dovrebbe essere preventiva rispetto alla concessione del beneficio ma è comunque possibile entro il 31 dicembre 2024.
L’Agenzia delle Entrate e la legge non prevedono particolari contenuti per l’informativa alle rappresentanze sindacali, riteniamo perciò possa essere effettuata con il fac simile allegato.

Rimborso delle bollette e degli interessi passivi su mutui e canoni locazione prima casa
Per tutti i lavoratori, (con o senza figli a carico) è possibile (non obbligatorio) che il datore di lavoro rimborsi le bollette o le spese per affitti o interessi passivi prima casa, anziché concedere beni o servizi. La scelta dei beneficiari è a discrezione del datore di lavoro: possono essere tutti o anche solo alcuni collaboratori o dipendenti. Cambia solo la soglia di esenzione (1000 / 2000 euro per chi ha figli a carico)
Le spese rimborsabili sono quelle che il lavoratore sostiene:

Per il pagamento di utenze domestiche di acqua, elettricità o gas

  • Relative a immobili ad uso abitativo (anche se non si tratta di residenza o domicilio del lavoratore);
  • Posseduti o detenuti sulla base di un titolo idoneo (proprietà, locazione, …);
  • Non già rimborsate negli anni precedenti
  • Sono rimborsabili anche le spese intestate al condominio ripartite fra condomini, per la sola parte che resta a carico del singolo condomino-lavoratore.
  • In caso di lavoratore in locazione (c.d. “affitto”) possono essere rimborsate anche le spese intestate al proprietario, purché il lavoratore-locatario rimborsi analiticamente – e non forfetariamente – al primo la spesa. In questo caso il proprietario non potrà a sua volta chiedere il rimborso al proprio datore di lavoro.

Per il pagamento delle spese affitto prima casa e interessi mutuo prima casa

  • Relative all’ immobile adibito ad abitazione principale del lavoratore, se posseduto in base a titolo idoneo dallo stesso lavoratore o dal coniuge o altro familiare (coniuge, figli, genitori, generi e nuore, suoceri, fratelli).
  • Per gli affitti, se risultanti dal canone indicato nel contratto di locazione registrato, e pagato nell’anno.
  • Per l’importo rimborsato il lavoratore non potrà beneficiare delle agevolazioni fiscali previste per le medesime spese (detrazione dalle imposte di interessi passivi per mutui o canoni locazione).

Il datore di lavoro decide la somma da rimborsare, tenendo conto che per fruire dell’esenzione non può superare i 1000 o 2000 euro per chi ha figli a carico anche includendo gli altri fringe benefit che ha percepito o percepirà il lavoratore nell’anno 2024.
È necessario, anche in questo caso, acquisire e conservare una dichiarazione del lavoratore, di cui alleghiamo un fac simile. Questa dichiarazione serve ad accertarsi che il lavoratore abbia sostenuto effettivamente le spese che si rimborsano ed è aggiuntiva rispetto a quella in cui si dichiara di avere figli a carico.

Procedura per l’inserimento in busta paga – comunicazioni allo Studio
Chi è interessato ad applicare il beneficio fiscale ai propri dipendenti deve acquisire dal dipendente le dichiarazioni e trasmetterle al proprio referente paghe. Nel caso foste interessati ad aggiungere anche il rimborso delle utenze e gli interessi sui mutui o degli affitti, è necessario definire l’importo che volete rimborsare, tenendo conto di non superare la soglia di 1000 o 2000 euro tra rimborsi e eventuali altri benefit. Si dovrà acquisire dal dipendente sia la dichiarazione relativa ai figli a carico, sia quella attestante l’effettivo pagamento delle spese rimborsate.
Per eventuali chiarimenti è disponibile Andrea Zubin andrea@studiocdlzubin.it o 040 773859 – int. 46.

Scarica di seguito i file allegati:

comunicaz_e__Informativa_lavoratori_rimb_bollette_affitti_intpass_2024 ( 29 kB file.pdf)

dchiaraz_lavoratori__spese_bollette_2024 ( 27 kB file.pdf)

dchiaraz_lavoratori_int_passivi_affitti_2024 ( 28 kB file.pdf)

Informativa_e_dichiarazione_lavoratori_Fringe_Benefit_2000_figli_carico ( 42 kB file.pdf)

Informativa_Rappresentanze_Sindacali_Fringe_Benefit_2000_euro_bozza ( 20 kB file.pdf)

STRUMENTI DI WELFARE ( 177 kB file.pdf)

 

Cordiali saluti

CdL Roberto Zubin

Iscritto al n. 103 Ordine di Trieste

Studio Roberto Zubin

Consulente del Lavoro

via San Francesco d’Assisi n. 14/1 – 34133 – Trieste (TS)

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